Scrittura azteca

La scrittura azteca è il particolare modo che utilizzavano i tlacuilo, gli scribi aztechi, per registrare per iscritto la cultura e gli avvenimenti storici della loro civiltà. Esiste, quindi, una lingua azteca scritta che possiede le sue regole grammaticali e sintattiche che non si articola in linee rette o colonne verticali o orizzontali, bensì in uno spazio plastico: questa caratteristica rende la scrittura azteca un'invenzione unica nella storia dell'uomo.

Per poter scrivere la lingua parlata, cioè la trascrizione dei suoni associati alla parole, i tlacuilo dovevano seguire schemi e convenzioni molto rigidi. Queste trascrizioni dei suoni non comportavano la perdita di tutti i dettagli superflui dell'immagine, in quanto l'immagine stessa era altamente simbolica e il lato plastico era importante quanto l'informazione codificata. Sembra che il concetto di base di questo complesso modo di scrittura sia stato sviluppato dagli Olmechi (1500 - 100 a.C.) per poi trasferirsi ed adattarsi allo stile e alla lingua di ciascuna civiltà. Il segno di base di questa scrittura è il glifo: si tratta di un “fonema – immagine” che è nello stesso momento sia disegno stilizzato che trascrizione del suono, ma conserva anche il suo contenuto tematico. Le immagini complesse composte da molti glifi, che sono poi gli elementi minimi della lettura, sono dei veri e propri mosaici di parole.


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